Dietro le quinte

L'idolo della vendetta: storia di una storia

Dietro le quinte di Enrico Lotti e Alessandro Mainardi

Gli sceneggiatori Enrico Lotti e Alessandro Mainardi ci raccontano alcune curiosità sull'inedito di ottobre 2020. 

Data la natura dell’articolo, è necessario che abbiate letto prima l'albo perché non solo certe informazioni si apprezzano solo conoscendo la trama in questione ma, soprattutto, la lettura di questo testo potrebbe rovinarvi i colpi di scena presenti. Quindi se ancora non lo avete letto ma avete intenzione di farlo: NON PROSEGUITE OLTRE LA LETTURA.

LA PROTAGONISTA – Fin dalla sua prima apparizione nell’albo La Lama della Vendetta, già sapevamo che avremmo rivisto Giada. Quando abbiamo deciso le sorti dei personaggi di quella storia (qualcuno deve morire, ma chi?), Giada ci è apparsa come un personaggio molto interessante che avrebbe potuto avere un futuro. Quindi, doveva vivere! Piuttosto avremmo sacrificato il padre, cosa appunto verificatasi senza troppe remore.
È lei che, infatti, in quell’albo porta a termine la Vendetta, ed è sempre lei che si è meritata di essere la protagonista di questa nuova storia e di questa nuova Vendetta.

SORPRESA! – La prima versione che abbiamo proposto di questo sequel era molto diversa. Giada tornava infatti in città insieme a una delegazione del proprio paese che doveva vendere (legalmente) a un riccone clervillese un gioiello, l’obiettivo di Diabolik ed Eva (i quali, quindi, fin da subito sapevano che Giada fosse in città). Dal canto suo, Giada non pensava di rivedere i nostri, e si era unita alla delegazione per vendicarsi di un alto funzionario corrotto del suo paese che aveva collaborato con Giulio Gunter (il cattivo del primo albo). Insieme ad altri problemi di ordine narrativo, però, in questa versione, giustamente scartata, mancava del tutto la sorpresa di rivedere Giada: la sorpresa per il lettore e per Diabolik ed Eva che in questo caso avrebbero dovuto solo raggiungere di nascosto Giada e farsi spiegare perché fosse tornata.
Proponendo questa prima versione, abbiamo perciò subito capito che la sorpresa di vedere Giada sarebbe dovuta essere un punto fondamentale della storia e abbiamo iniziato a riscrivere il soggetto tenendolo ben presente.
Una scena, però, è rimasta pressoché invariata, da quella prima versione a quest’ultima (perché ci piaceva e funzionava): cioè la scena in cui Diabolik ed Eva salvano Giada, che a causa della sua giovane età si dimostra in alcuni casi un po’ (troppo) avventata. Giada non è abile come i nostri a prevedere e a pianificare e, durante la sua missione, si trova (e si trovava appunto anche nella prima versione, con solo alcune differenze dovute allo sviluppo della storia) in una situazione di estremo pericolo, senza più coltelli ma con uomini armati pronti a ucciderla. L’intervento di Diabolik ed Eva la salvano (e la salvavano), e lei si affida dunque a loro e alla loro amicizia.

IL CATTIVO – Questa storia è un sequel della precedente, e quindi tutte le nostre scelte non potevano essere slegate dagli eventi là narrati. Ma la domanda è: tutto quello che appare qui, era già stato pensato ai tempi? Oltre Giada, i nuovi personaggi che vediamo e le dinamiche tra loro erano già stati valutati e mostrati nel primo albo per essere, appunto, ripresi? La risposta è: naturalmente no! ☺
Quando abbiamo dovuto pensare al cattivo/antagonista di questa storia abbiamo fatto una visita al cimitero di Clerville e annotato se qualcuno dei cattivi visti nel primo albo fosse ancora in vita e potesse prestarsi ad assumere qui l’ambito ruolo. La scelta è ricaduta su Cristian Stolz, il capo dei mercenari che avevamo visto massacrare la gente del villaggio di Giada proprio all’inizio dell’albo. In quelle scene non veniva presentato ufficialmente, perché svolgeva la semplice funzione di mercenario prezzolato, e questo ci ha aiutato a ri-presentarlo meglio in questa storia, fornendogli un nome e un carattere (più un esercito, molto pelo sullo stomaco e un’ambizione adatta a un cattivo che affronta Diabolik).

IL FUTURO – Rivedremo ancora Giada? Chissà…
Ma in questa storia c’è anche un altro personaggio che abbiamo inserito e che ci piace così tanto da… averlo lasciato in vita per dargli la possibilità, forse, un giorno di tornare. Un personaggio che arricchisce a posteriori anche la storia primo albo, spiegando da dove arrivano le informazioni che Giada, e prima il suo defunto padre Pan-Mei, hanno usato per arrivare a Clerville: Sheng Yuen!
Inizialmente, questo informatore doveva essere un vero tipaccio, uno della mala orientale, con agganci molto potenti: questo, però, avrebbe comportato una difficile gestione del suo rapporto con Giada e, soprattutto, una sua necessaria dipartita. Non si può lasciare in giro uno così!
Una seconda identità che abbiamo valutato era quella di un “collaboratore” di Gunter e di Stolz, quindi comunque un tipaccio, ma anche questa soluzione mal si accordava con la possibilità che in passato avesse potuto indirizzare Giada a Clerville.
Quindi, Sheng Yuen, alla fine, è diventato il mite proprietario di un negozio di spezie, che non nega i suoi servigi a nessuno, purché questi sia in grado di pagare. Un personaggio “neutro” che non parteggia per nessuno ma che si fa gli affari suoi (e gli affari degli altri mettendo il naso, allenato dagli aromi della sua bottega, praticamente dovunque); un personaggio perciò utile a 360 gradi che nessuno degli attori ha interesse a uccidere perché potrà sempre tornare utile in futuro (esattamente come per chi scrive).