Dietro le quinte

CINQUE DOMANDE A GIUSEPPE CANDITA

“La confraternita”, l’albo inedito di maggio 2024, ha visto l’esordio sulle pagine di Diabolik del disegnatore Giuseppe Candita, poliedrico artista che ha realizzato, tra le altre, storie di Lazarus Ledd, Jonathan Steele, Julia, Zagor e Tex. Gli abbiamo fatto qualche domanda per conoscerlo meglio e per sapere come si è trovato ad avere a che fare col Re del Terrore.

D – Come e quando Diabolik è entrato nella tua vita?

R – Diabolik è entrato nella mia vita intorno ai 12 anni, divoravo qualsiasi tipo di fumetto, e in edicola rimasi colpito da Eva in una copertina (purtroppo non ricordo quale).

Ma sono sempre state tutte quelle bellissime donne disegnate che vedevo in quarta di copertina a legarmi al fumetto, ero sempre curioso di leggere le storie, per conoscere la LORO storia.

Ricordo, intorno ai miei 20 anni, il primo incontro con la redazione Astorina: ero un giovane autore che provò a proporsi per il Re del terrore.

A quei tempi ero molto acerbo, ma ricordo con affetto il sig. Brenno Fiumali che mi spiegò con molta cortesia tutte le mie criticità e cosa dovevo studiare per poter disegnare Diabolik.

Mi rimandò a casa con lo zaino pieno di fumetti di disegnatori da copiare!!! Fantastico.

 

D – Hai da poco debuttato sulle pagine della serie regolare, Diabolik ed Eva Kant sono personaggi graficamente molto codificati, che approccio ha avuto nei loro confronti?

R – Ho cercato di usare un approccio solo ed esclusivamente professionale, tenendo a distanza i miei sentimenti nei confronti del brand e soprattutto ho praticamente (quasi) allontanato del tutto qualsiasi desiderio di dare una mia impronta personale ai personaggi. Poi in realtà è inevitabile, ogni autore ha la sua anima e per forza di cose darà una sua impronta, ma per quanto riguarda i personaggi principali ho cercato di rispettare al massimo i loro lineamenti e caratterizzazione ispirandomi il più possibile al maestro SERGIO ZANIBONI.

 

D – E qual è stata la maggiore difficoltà che ti sei trovato ad affrontare nella realizzazione dell'albo? 

R – A essere sincero non ho trovato delle difficoltà.

Ho solo avuto bisogno, nelle prime tavole, di adattarmi alla narrazione a 2/3 vignette, conoscere le priorità di cui necessita la serie regolare, quindi fare nuova esperienza e la "scoperta" di tutte queste novità, ma fortunatamente non posso parlare di difficoltà.

Credo che questo sia dovuto alla lunga esperienza formata sulle pagine di JULIA dove ho imparato il linguaggio della "detection", che per molti aspetti è simile a Diabolik.

 

D – In cosa, viceversa, ti sei trovato più a tuo agio? 

R – Mi sono trovato molto a mio agio a caratterizzare tutti i personaggi.

Spero davvero di cuore che i lettori noteranno per i personaggi, secondari e primari, tutte le sfumature date dall'abbigliamento studiato per il loro carattere e per le loro "gesture" ossia il loro modo di recitare.

Per me i personaggi sono "vivi" hanno tutti una loro storia di vita. Quindi anche attraverso un solo oggetto o dall'abbigliamento, va raccontata.

 

D – Infine, potendo agire senza subirne la sua vendetta, che cosa ruberesti al Re del Terrore?

R – Bella domanda!!!

Io e Diabolik qualcosina in comune l'abbiamo, ma di certo, io non sono in grado di rubare! Quindi ahimè non sarei in grado di rubargli nulla! In più Diabolik mi ha concesso la sua amicizia e a maggior ragione non potrei, proprio per un principio morale, fargli un torto!

Sarebbe anche fin troppo facile, considerando la mia grande ammirazione per il genere femminile, rispondere che vorrei sottrargli Eva, ma sappiamo benissimo che le donne non si possono rubare, ma conquistare!!! E io, fortunatamente, ho avuto la fortuna di aver trovato la "mia" Eva.

Quindi Diabolik può fare sogni tranquilli, ma francamente parlando, soprattutto io!!!