Dietro le quinte

Un piano sbagliato: dietro le quinte

Lo sceneggiatore Roberto Altariva ci racconta alcune curiosità sull'inedito attualmente di aprile 2023

Data la natura dell’articolo, è necessario che abbiate letto prima l'albo perché non solo certe informazioni si apprezzano solo conoscendo la trama in questione ma, soprattutto, la lettura di questo testo potrebbe rovinarvi i colpi di scena presenti. Quindi se ancora non lo avete letto ma avete intenzione di farlo, NON PROSEGUITE OLTRE LA LETTURA.

LA VITA È TUTTA FATTA DI COINCIDENZE – O così, almeno, sosteneva José Saramago. Nella fiction, però, spesso si tende a inserirle con parsimonia; Diabolik normalmente non fa eccezione a questa regola e quando avviene il contrario queste in genere creano dei problemi a lui o a Eva. In questo caso si è deciso invece di stravolgere la regola e ideare una storia piena di coincidenze, piccole e grandi, e se in parte, in effetti, si ritorcono contro di lui, altre finiscono per volgersi a suo favore.
È infatti una coincidenza che Diabolik ed Eva si ritrovino a cenare nello stesso ristorante scelto da Ginko, e questo li porta a ideare il piano sbagliato del titolo, non immaginando che – per coincidenza – in quella piccola città si trovino contemporaneamente due bottini di grande valore che necessitano protezione da eventuali ladri; un’altra coincidenza fa sì che la Contessa Rubens incontri per caso Altea appena giunta in città per stare con Ginko e le racconti del tentato furto nella sua villa, portando l’ispettore a scoprire che Diabolik è a Bergher; per un’ulteriore coincidenza, poi, Eva ha visitato il castello che Ginko sceglie come luogo in cui far credere che si trovino i diamanti che sta proteggendo, e proprio grazie a ciò comprendono che l’ispettore sta cercando di attirarli in trappola.

ANCHE DIABOLIK PUÒ SBAGLIARE – Siamo abituati a pensare al protagonista della serie come a un essere eccezionale, che studia i suoi piani alla perfezione, controllando minuziosamente ogni informazione senza commettere mai errori, e quando qualcosa gli va storto è solo per via di situazioni che non poteva prevedere, ma in realtà non è sempre stato così. Nei primi anni della serie, a volte commetteva errori non di poco conto, come nell’albo intitolato non a caso “Errore fatale”, in cui realizzava per Eva una maschera col volto di una donna sfregiata basandosi su una fotografia stampata al contrario, e si rendeva conto di aver posto una cicatrice dal lato sbagliato del volto solo in seguito, mentre Eva era già in giro con indosso la maschera errata. E questo è solo un esempio.
In epoca moderna si tende a evitare di far commettere a Diabolik errori così gravi, ma un personaggio che non sbaglia mai non è umano ed è quindi giusto che a volte possa compiere degli errori, a patto che siano giustificati dagli eventi. In questo caso – come detto sopra – non era semplice immaginare che nella stessa piccola cittadina fossero spuntati all’improvviso due “tesori” di grande valore, ed è quindi logico che scoprendo che Ginko è in città per proteggere qualcosa di prezioso, il criminale ritenga che si tratti dei gioielli a cui sta puntando lui.

COME JAMES BOND - C’era un elemento che non apprezzavo nel soggetto originale, cioè che quando il falso “Diabolik” veniva sorpreso e smascherato da Ginko si rivelava essere un totale sconosciuto, un ladro locale a cui il vero Diabolik, sotto falsa identità, aveva commissionato il colpo in modo da farlo cadere nella trappola della polizia. Non mi piaceva che i lettori si trovassero davanti all’improvviso il volto di un personaggio mai visto prima, che sembrava sbucato improvvisamente dal nulla.
Dato che la storia inizialmente prevedeva che i Nostri avessero scoperto l’esistenza del tesoro dei Rubens tramite le solite voci raccolte nel mondo della malavita, ho pensato che si potesse invece introdurre all’inizio della vicenda un personaggio che gli vendesse l’informazione e che fosse poi quest’ultimo a essere mandato dal criminale nella trappola. Per introdurre questo informatore ho quindi pensato di iniziare la storia con una sequenza nello stile delle scene d’apertura dei film di James Bond, che in genere mostrano il finale di un’altra vicenda di cui non ci verrà mai mostrato l’inizio, e che può essere o meno collegata a quella principale del film. Così facendo, ho anche aggiunto, con divertimento, un’ulteriore coincidenza: la telefonata dell’informatore che dà la notizia al Re del Terrore, credendo di parlare con il boss criminale da lui appena ucciso.

UN COLPO DIETRO L'ALTRO – Nel finale del soggetto il colpo al tesoro ritrovato dai Rubens rimaneva in sospeso. Era chiaro che Diabolik avrebbe ritentato di rubarlo ma chissà quando e come. Personalmente ritenevo che questo finale avrebbe portato i lettori a pensare che la storia avrebbe avuto un seguito, mentre invece non era previsto; inoltre, mi sembrava che il momento migliore per ritentare il colpo fallito fosse quella notte stessa, dato che il nero criminale aveva già messo fuori gioco tutti i poliziotti della città in servizio attivo quella notte. Per cui ho inserito le battute finali in cui Diabolik annuncia di aver intenzione di entrare subito nuovamente in azione.

UN PICCOLO OMAGGIO – A questo punto, mi sono reso conto che le mie decisioni avevano portato la storia a iniziare con la fine di un colpo precedente e a chiudersi con l’inizio di uno nuovo; ho quindi pensato di aprire l’albo con la parola “fine” e di terminarla con “inizio”, come omaggio a un capolavoro del fumetto italiano che ho sempre amato: la storia di Ken Parker intitolata “Diritto e Rovescio”, di Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo, che iniziava con un personaggio che esclamava “Fine!” e si chiudeva con il titolo dell’albo (anni prima che diventasse comune al cinema posizionare il titolo alla fine del film). Naturalmente, le trame delle due storie non hanno niente in comune, e l’omaggio è solo un piccolo gioco che mi divertiva.

IL TITOLO – Il titolo del soggetto originale era “Percorso a Ostacoli”. Io come titolo definitivo avevo proposto “Furto Dopo Furto”, “Coincidenze!” o “Un Grosso Errore”. Quello scelto dalla redazione è concettualmente simile all’ultima delle mie proposte.