Data la natura dell’articolo, è necessario che abbiate letto prima l'albo perché non solo certe informazioni si apprezzano solo conoscendo la trama in questione ma, soprattutto, la lettura di questo testo potrebbe rovinarvi i colpi di scena presenti. Quindi se ancora non lo avete letto ma avete intenzione di farlo, NON PROSEGUITE OLTRE LA LETTURA.
VITE SALVATE– Potrà sembrare strano, ma l’idea iniziale per questa storia prevedeva che l’uomo a cui il personaggio che sarebbe poi diventato Dafne dava la caccia fosse un serial killer. Poi, anche per semplificare, si è deciso di inserire nella storia una sola donna assassinata, e che sarebbe stata la moglie dell’assassino, trasformando la vicenda in un più comune uxoricidio, e “salvando” così la vita a diverse altre donne :)
UN CARATTERE “SPIGOLOSO” – Dai primi commenti che ho letto, pare che il personaggio di Dafne sia stato molto apprezzato dai lettori, nonostante non sia stato ideato per essere “amabile”. Dafne doveva dare a Tullio un motivo per odiarla che andasse oltre l’idea che lei gli avesse “rubato” la promozione che riteneva gli spettasse di diritto, quindi, se sicuramente è encomiabile la sua ricerca della verità per ottenere giustizia per l’amica uccisa, è anche indubbio che si comporti in modo tutt’altro che piacevole con Tullio, prendendosela continuamente con lui, a volte più che giustamente, altre meno. Alla fin fine, credo che questo suo carattere poco conciliante l’abbia resa un personaggio decisamente interessante.
DAFNE CAMMINA! – Inizialmente era previsto che Dafne fosse paralitica già dalle prime pagine della storia, ma Andrea Pasini ha poi pensato che fosse più interessante mostrarla ancora fisicamente attiva all’inizio e farle perdere l’uso delle gambe in seguito, proprio per via dell’ossessiva ricerca della verità sulla morte della sua amica Alma, rendendo il tutto ancora più drammatico.
L’AGGRESSORE MISTERIOSO – A un certo punto della storia ci si è posti il problema di come portare i lettori a credere, almeno inizialmente, che fosse Edoardo ad aver aggredito Dafne, pur avendo mostrato che si trovava lontano da Clerville ed essendo ovvio che farvi ritorno sarebbe stato incredibilmente rischioso per lui. Per cercare di risolvere il problema sono state quindi introdotte alcune scene in cui, prima l’uomo parla di procurarsi un passaporto falso e poi manifesta il suo odio per la poliziotta, responsabile di aver trovato il diario che lo accusa, ed evidenzia l’intenzione di provocarne la morte. Nel finale scopriremo poi che aveva progettato di assumere un killer per ucciderla.
LA FERITA SCOMPARSA – Nel finale, quando Tullio spara a quella che crede essere Dafne, mancandola, il soggetto prevedeva in realtà che Eva venisse ferita di striscio a una gamba, e che fosse quello l’handicap che ponesse poi fine al suo tentativo di sfuggire a Tullio qualche pagina più avanti. E nella prima versione che avevo scritto della sceneggiatura, era così. Ma una ferita sanguina ed era poco credibile che lei riuscisse a sfuggire per così tanto tempo al suo inseguitore, all’interno del capannone, quando a lui sarebbe bastato seguire le tracce di sangue per stanarla. Avevo quindi pensato di fare in modo che Dafne riuscisse a fasciarsi la ferita, ma da ammanettata la cosa era in realtà impossibile. Alla fine, quindi, ho riscritto la scena facendole prendere una brutta storta, al posto della ferita.
MODERIAMO I TERMINI – Diabolik è una serie in cui da sempre, per scelta della casa editrice, qualsiasi volgarità è totalmente bandita, sia dal punto di vista visivo che del linguaggio. Eppure, ci sono momenti in cui si sente il bisogno di inserire qualche parola “forte”. A un certo punto (tavola 99) ho quindi fatto gridare a Tullio un “cagna”, rivolto a Dafne; avevo qualche timore che la redazione storcesse il naso giudicandola una scelta fuori linea con la serie, invece non vi sono stati problemi. Comunque, non diventerà un’abitudine: il linguaggio continuerà a restare pulito come siamo abituati.
IL TITOLO – Il titolo di lavorazione della storia era “L’Uxoricida”, non abbastanza efficace e quindi necessariamente da cambiare per l’uscita in edicola. Tra i titoli che avevo proposto io c’era “In Cerca di Giustizia”, che in redazione hanno deciso di modificare sostituendo “in cerca” con “in attesa”.